Il contratto di locazione a uso transitorio

Buon pomeriggio dalla MQ Immobiliare di Palermo. Come anticipato nel post precedente, continuiamo a illustrarvi le tipologie di contratto di locazione vigenti in Italia. Dopo avere trattato del contratto di locazione del tipo “4+4”, questa settimana vi illustreremo il contratto di locazione a uso transitorio.

Il contratto transitorio o a uso transitorio, come palesato dall’aggettivo transitorio, è un tipo di contratto che può essere utilizzato quando una delle due parti (il locatore o il conduttore) ha una necessità solo temporanea di locare o di prendere in locazione un immobile senza impegnarsi per un lungo periodo di tempo: di norma, la durata minima è di un mese e la massima non può superare i 18 mesi.

Trascorso il termine concordato tra le parti, la locazione si ritiene conclusa senza bisogno di alcuna comunicazione né dalla parte del locatore, né da parte del conduttore. Ciò significa che, qualora allo scadere del contratto siano ancora in essere le cause di transitorietà, le parti dovranno attivarsi per confermare l’interesse alla prosecuzione della locazione.

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Il contratto di tipo transitorio, quindi, deve esplicitare chiaramente una specifica clausola contrattuale che individui l’esigenza transitoria del conduttore o dell’inquilino, i quali dovranno confermare il verificarsi della stessa, tramite lettera raccomandata da inviare prima della scadenza del termine stabilito nel contratto.

Qualora il locatore non adempia a questo onere contrattuale oppure siano venute meno le cause della transitorietà abitativa, il contratto-tipo dovrà prevedere che la durata del contratto transitorio sarà sostituita da quella prevista per il contratto libero.

Il canone è definito secondo gli accordi territoriali all’interno dei valori minimi e massimi fissati a livello locale per i contratti concordati, di cui scriveremo la prossima settimana e che, di solito, sono contrassegnati dalla sigla “3+2”; in pratica nel contratto transitorio il calcolo del canone è simile a quello del contratto concordato aumentato del 20%.

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